Zaragoza Ciudad - Mayores de Valdefierro |
Danzaterapia e Terza Età: il lavoro è la condivisione.
Perché un corpo, è un corpo tra altri corpi
La vita è un istante.
In tutte le età si ha la possibilità di crescere
e di vivere, di condividere il tempo
La vecchiaia fa paura.
Come non temere la presenza, in apparenza ineludibile, dei limiti fisici e mentali?
E' una tappa della nostra vita segnata da parole come: "non posso", "non ho voglia" o dai tanti "ho paura". In realtà il tempo mostra come il corpo, non muovendosi, vada progressivamente perdendo le sue capacità motorie fino a rinchiudersi in un vero e proprio carcere di solitudine, senza la minima possibilità di proiettarsi nella realtà o di creare e trasformare.
Quando il corpo non è più disposto a immaginare
Molte volte la sensazione che proviamo è quella di sentirsi dentro a un corpo chiuso e immobile come se il tempo che passa l'avesse trasformato in un "minerale".
Si rende necessario allora lavorare sui sostegni e sulle potenzialità residue, partendo dal lavoro con le mani che possono costruire "finestre" che si aprono sul movimento, giungendo - mediante la gratificazione, il ricordo e le piccole conquiste - all'incontro con i "sì, posso" del corpo.
Attraverso questo viaggio possiamo giungere ad alzarci per iniziare a realizzare movimenti con i cerchi: sulla testa, intorno al corpo, scambiandoceli. La parola e la musica hanno stimolato i nostri corpi addormentati e permesso un avvicinamento al colore.
Possiamo scuotere insieme strisce di carta colorata, annodarci gli uni con gli altri, condividere l'infinita possibilità di muoversi e creare. Non abbiamo più paura, abbiamo recuperato il piacere nella danza e possiamo muoverci con i nostri "sì, posso" riconquistati!
[FUX. M., 2004. Qué es la danzaterapia? Preguntas que tienen respuestas. Buenos Aires, Lumen]
La vita mi ha dato la possibilità di continuare a cambiare;
si può ricominciare sempre
si può ricominciare sempre
Marìa Fux
Il lavoro sulla sedia ci permette di appoggiarci e, attraverso il limite ed il contenimento, abbandonare gradualmente la paura di muoversi che abita nei nostri corpi segnati, quasi dimenticati, che si chiudono al contatto con il dolore e la rigidità.
A poco a poco essi riconquistano l'indipendenza che consente loro di esplorare quella sedia che li ha accolti, che li ha sostenuti come la loro madre faceva quando erano piccoli. Possiamo riconoscerla come qualcosa di elastico fuori dal nostro corpo, ma che ha anche una grande presenza al nostro interno.
Dopo l'indipendenza arriva la fiducia e con essa la memoria.
Dopo l'indipendenza arriva la fiducia e con essa la memoria.
Passiamo dalla sedia al lavoro con i cerchi colorati che si trasformano in finestre. Se apriamo le finestre possiamo affacciarci, scoprire il mondo esterno, per poi rientrare nel nostro mondo interiore, salutare, ricordare.
Attraverso questo viaggio possiamo giungere ad alzarci per iniziare a realizzare movimenti con i cerchi: sulla testa, intorno al corpo, scambiandoceli. La parola e la musica hanno stimolato i nostri corpi addormentati e permesso un avvicinamento al colore.
Possiamo scuotere insieme strisce di carta colorata, annodarci gli uni con gli altri, condividere l'infinita possibilità di muoversi e creare. Non abbiamo più paura, abbiamo recuperato il piacere nella danza e possiamo muoverci con i nostri "sì, posso" riconquistati!
[FUX. M., 2004. Qué es la danzaterapia? Preguntas que tienen respuestas. Buenos Aires, Lumen]
Danzaterapia metodo Marìa Fux |
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e-mail: danzaterapia@ymail.com
Tel. 339.4805.033
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Il Metodo applicato (Fux) è artistico e non fa riferimento a contenuti psicoterapeutici.
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